Eredità e debiti: quando gli eredi sono obbligati a pagare? Quando una persona muore, non lascia solo affetti e ricordi, ma anche beni, rapporti giuridici… e, in alcuni casi, debiti. Una delle domande più comuni che ricevo è: “Se accetto l’eredità, dovrò pagare anche i debiti del familiare defunto?” La risposta è sì, ma con importanti precisazioni e strumenti di tutela a disposizione.
Cosa succede con i debiti alla morte di una persona?
Alla morte di un familiare si apre la successione. Gli eredi, accettando l’eredità, subentrano non solo nei beni, ma anche nelle passività: ciò significa che i debiti non si estinguono, ma passano agli eredi. Tuttavia, nessuno è obbligato ad accettare un’eredità.
Ecco le tre possibilità:
- Accettare puramente e semplicemente: si eredita tutto, inclusi i debiti, con il proprio patrimonio personale a rischio.
- Accettare con beneficio d’inventario: si eredita ma si tiene separato il patrimonio ereditario da quello personale. I debiti si pagano solo con quanto ereditato, senza intaccare i beni propri.
- Rinunciare all’eredità: non si riceve nulla, ma non si risponde neppure di eventuali debiti.
Cosa significa accettare con beneficio d’inventario?
È una forma di tutela molto utile in presenza di debiti incerti o situazioni finanziarie poco chiare del defunto. Si effettua con una dichiarazione formale è presso un Notaio o in Tribunale. Viene redatto un inventario completo dei beni e dei debiti, e l’erede risponde delle obbligazioni solo nei limiti di quanto ricevuto.
È una scelta prudente che consiglio in molti casi, soprattutto quando non si conosce con esattezza la situazione patrimoniale del defunto o si teme l’esistenza di debiti nascosti.
Debiti fiscali, bancari, con privati: cosa cambia?
Non importa chi sia il creditore (Agenzia delle Entrate, banca, fornitori): tutti i debiti passano agli eredi. Se si accetta senza precauzioni, bisogna essere pronti a saldarli. Alcuni creditori sono particolarmente rapidi nel farsi avanti, come l’INPS o il Fisco, e può capitare di ricevere richieste di pagamento poco tempo dopo l’accettazione.
Per questo è sempre importante valutare con attenzione se accettare e come farlo, chiedendo una visura patrimoniale o verificando eventuali cartelle esattoriali e contratti di finanziamento in essere.
Strategie per tutelarsi
- Non agire impulsivamente: hai 10 anni di tempo per decidere se accettare o rinunciare all’eredità, a meno che tu non compia atti che implicano accettazione tacita.
- Fatti assistere da un professionista: in caso di dubbi o se l’eredità include immobili ipotecati, finanziamenti o prestiti in corso.
- Valuta il beneficio d’inventario: anche se è più laborioso, è la scelta più sicura quando ci sono incertezze.
- Rinuncia se l’eredità è chiaramente passiva: si tratta di un atto pubblico, formale, da depositare in tribunale.
E se uno solo degli eredi accetta?
Gli eredi possono fare scelte diverse. Chi accetta diventa responsabile della sua quota di debiti. Chi rinuncia non risponde di nulla. Se tutti rinunciano, si apre la successione a favore di altri parenti (chiamati “successibili”) o, in mancanza, a favore dello Stato.
Conclusione
Accettare un’eredità è un atto importante, che può avere conseguenze rilevanti. Valutare bene il passivo ereditario e conoscere gli strumenti a propria disposizione è fondamentale per evitare brutte sorprese. In caso di dubbi, parla sempre con un legale prima di firmare o compiere atti che potrebbero comportare l’accettazione tacita.
Leggi gli altri articoli presenti nel blog, possono aiutarti a chiarire la tua situazione. Sono comunque a tua disposizione se pensi di aver bisogno di una consulenza specifica che ti aiuti rispetto alle scelte più consone al tuo caso.
Avv. Paola Partis
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