Quando si parla di pignoramento dello stipendio o del conto corrente, è fondamentale sapere che esistono limiti precisi posti dalla legge per tutelare la dignità e il sostentamento del debitore. Capire bene i propri diritti è il primo passo per affrontare eventuali azioni esecutive senza panico e con consapevolezza.

Pignoramento dello stipendio: cosa dice la legge

Il pignoramento dello stipendio può avvenire presso il datore di lavoro. La legge italiana stabilisce che:

  • Fino a un quinto dello stipendio netto può essere pignorato in caso di debiti ordinari (ad esempio verso banche o privati).
  • In caso di debiti alimentari (come il mantenimento per figli o coniuge), la quota può essere superiore, in proporzione alle necessità.
  • Se esistono più pignoramenti, si devono comunque rispettare limiti complessivi per evitare che il lavoratore resti privo dei mezzi di sussistenza.

Scermata di un pc che mostra il conto corrente di in clientePignoramento del conto corrente: attenzione agli importi

Quando il pignoramento avviene su un conto corrente bancario:

  • Se il conto contiene somme derivanti dallo stipendio recentemente accreditato (entro gli ultimi 30 giorni), si applicano gli stessi limiti del pignoramento diretto sullo stipendio.
  • Se invece si tratta di somme “accumulate” nel tempo, l’intero saldo potrebbe essere pignorato.

Per questo motivo è importante differenziare i conti, se possibile, e consultarsi con un avvocato in caso di notifica di pignoramento.

Come difendersi da un pignoramento eccessivo

Il debitore ha diritto di:

  • Contestare un pignoramento che superi i limiti di legge.
  • Chiedere al giudice una riduzione della quota pignorata per ragioni di particolare necessità o fragilità economica.
  • Opporsi se il procedimento esecutivo presenta vizi formali o sostanziali.

Agire in modo tempestivo, possibilmente assistiti da un avvocato esperto, può davvero fare la differenza.

Sentenze significative a tutela del debitore

Anche nel passato la giurisprudenza ha più volte ribadito l’importanza di tutelare il debitore da pignoramenti eccessivi:

  • Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza n. 11345/1999: ha stabilito che l’indennizzo dovuto da una società assicuratrice privata al lavoratore per infortunio sul lavoro non può rientrare nella previsione di impignorabilità parziale prevista per le retribuzioni, essendo un credito di natura diversa.
  • Cassazione Civile, Sez. III, Sentenza n. 5692/1995: ha affermato che la ritenuta mensile sullo stipendio per il pagamento rateale di un mutuo concesso dal datore di lavoro deve essere computata ai fini dell’osservanza della misura massima della metà della retribuzione assoggettabile a pignoramento.
  • Cassazione Civile, Sez. III, Sentenza n. 4488/1994: ha chiarito che, in caso di coesistenza di una cessione del quinto e di un pignoramento, la somma complessiva trattenuta non può superare la metà dello stipendio.

Queste sentenze evidenziano l’importanza di rispettare i limiti di legge per garantire al debitore un’esistenza dignitosa.
Se hai necessità di un consulto e di pormi il tuo caso, non esitare a contattarmi, sono a tua disposizione per chiarire ogni tuo dubbio in materia.

Avv. Paola Partis